In natura, la vitamina D esiste in due varianti:
- la vitamina D2 (chiamata anche ergocalciferolo), presente prevalentemente nei vegetali (frutta, verdura e funghi), viene sintetizzata dai raggi solari UVB a partire dall’ergosterolo, un composto presente nelle membrane delle cellule vegetali;
- la vitamina D3 (chiamata anche colecalciferolo), contenuta nei cibi di origine animale, viene prodotta dalla pelle a partire dal precursore 7-deidrocolesterolo in seguito all’esposizione ai raggi solari. In particolare un’esposizione al sole di 15 minuti garantisce la sintesi dei livelli di assunzione di vitamina D3 raccomandati giornalmente, senza aver applicato precedentemente creme contenenti filtri di protezione dai raggi UV
La forma D3 rispetto alla D2 viene più agevolmente assimilata ed utilizzata dall’organismo, essendo maggiormente biodisponibile.
Nel corpo umano la vitamina D3 viene poi trasformata in due metaboliti:
- il 25(OH)-D (25-idrossi-colecalciferolo o calcidiolo), dosato per diagnosticare condizioni di deficit o insufficienza di grado variabile (ipovitaminosi)
- il 1,25(OH)2-D (1,25-diidrossi-colecalciferolo o calcitriolo), ossia la forma attiva di tale vitamina, responsabile delle proprietà biologiche.
Per quel che concerne l’assorbimento, invece, una volta arrivata nel primo tratto dell’intestino tenue (duodeno), la vitamina D viene inclusa in vescicole formate da aggregati di lipidi idrolizzati dagli acidi biliari e, in questa forma, attraversa l’epitelio intestinale, dove viene incorporata in altre vescicole chiamate chilomicroni, successivamente trasferite nella circolazione linfatica e, quindi, in quella sanguigna generale.
Tra le funzioni delle quali gode, la vitamina D è indispensabile per supportare un efficiente assorbimento intestinale dei due minerali fondamentali per la formazione delle ossa e dei denti, ossia il calcio e il fosfato,i quali subiscono una regolazione dei livelli sanguigni da parte di due ormoni:
- il paratormone, che modula l’escrezione renale del fosfato e promuove l’assorbimento di calcio, in condizioni di ipocalcemia
- la calcitonina, che stimola l’escrezione di calcio e fosfato con le urine e il deposito di calcio nelle ossa, in presenza di ipercalcemia.
Rispetto alle altre vitamine, la vitamina D ha un’azione simile a quella ormonale per la capacità di modulare l’espressione genica, oltre che per il coinvolgimento diretto o indiretto in una molteplicità di processi di regolazione metabolica e funzionale, estremamente diversificati, a livello di innumerevoli organi e apparati. Le azioni della vitamina D nel corpo umano sono mediate dal legame al suo recettore specifico (vitamin D receptor, VDR), presente sulle membrane delle cellule dei tessuti e degli organi bersaglio (ossa, denti, apparato cardiovascolare, cellule del sistema immunitario ecc.), e dalla successiva internalizzazione e trasferimento nel nucleo cellulare del complesso formato, che va a interagire con specifiche sequenze del DNA, innescando la sintesi di proteine caratterizzate da attività ben definite.
PROPRIETA’ E BENEFICI
L’esperienza clinico-pratica e gli studi scientifici condotti nel corso di diversi decenni hanno dimostrato che la vitamina D è essenziale per una corretta mineralizzazione delle ossa e dei denti durante l’accrescimento e per mantenere un’adeguata massa ossea e l’integrità dello smalto nel corso della vita adulta.
Oltre a garantire il mantenimento della salute delle ossa, la vitamina D impedisce al calcio di depositarsi in altri tessuti del corpo, come i reni, le arterie o le cartilagini ossee, evitando disfunzioni e patologie severe correlate (arteriosclerosi, calcificazioni tissutali ecc.), così come contribuisce al mantenimento di una regolare funzionalità muscolare e del sistema immunitario.
FONTI ALIMENTARI DI VITAMINA D
Considerando che la maggior parte dell’introito di vitamina D deriva dalla sintesi cutanea e non dagli alimenti, i cibi comunemente inseriti nella dieta, in generale, non rappresentano buone fonti. Tuttavia, un consumo regolare di quelli che ne sono più ricchi può, in parte, contribuire a controbilanciare l’insufficiente produzione da parte della pelle nei periodi di minore esposizione al sole.
Tra gli alimenti che contengono le maggiori quantità vitamina D ricordiamo:
– alcuni tipi di pesce, come il salmone, l’aringa, lo sgombro, le sardine, ricchi anche in grassi omega-3, benefici per il sistema nervoso e l’apparato cardiovascolare
– il fegato di suino
– il latte e lo yogurt interi, il burro e i formaggi grassi
– le uova
Nel caso degli alimenti di origine vegetale, invece, rientrano:
– i funghi
-i legumi
DEFICIT E SURPLUS
Generalmente nei paesi mediterranei la quantità di raggi UV assorbita soddisfa il fabbisogno di vitamina D, ma i soggetti con minore possibilità di esposizione solare dovrebbero ricorrere ad una adeguata supplementazione.
I possibili e più severi sintomi di una grave carenza di vitamina D in età pediatrica sono soprattutto il rachitismo e lo sviluppo di fragilità e malformazioni ossee. In età adulta, in particolare nella donna a partire dai 40-45 anni e in entrambi i sessi dopo i 55-60 anni, bassi livelli di vitamina D nel sangue promuovono la perdita di massa ossea (osteopenia) e lo sviluppo di osteoporosi, con maggiore propensione alle fratture e a deformazioni scheletriche, nonché debolezza muscolare e dolori intercostali. Tra le cause di carenza di vitamina D, oltre ad una ridotta esposizione solare, rientrano anche l’obesità e i disturbi alimentari.
Al contrario, la probabilità di andare incontro a situazioni di sovradosaggio della vitamina D attraverso la sola dieta o con integratori alimentari correttamente assunti e formulati è remota, dato che i supplementi autorizzati dal Ministero della salute contengono quantitativi di vitamina D3 assolutamente in linea con il fabbisogno di persone adulte sane.
Tra i sintomi e i disturbi derivanti da un apporto eccessivo rientrano nausea, diarrea e debolezza, oppure in casi più gravi ipercalcemia, alterazioni renali (nefrocalcinosi) e calcificazione dei tessuti molli.
LIVELLI DI ASSUNZIONI RACCOMANDATI
Nell’ottobre 2016, il gruppo di esperti scientifici dell’European Food safety Authority (EFSA) sui prodotti dietetici, l’alimentazione e le allergie (NDA) ha stabilito per le persone sane di età superiore hanno un’assunzione raccomandata di vitamina D3 di 15 µg al giorno.
Questo quantitativo è ritenuto adeguato anche per le donne in gravidanza e durante l’allattamento al seno, mentre sia per le donne sia per gli uomini di età superiore ai 75 anni i livelli di assunzione salgono a 20 µg al giorno.
Per i neonati di età compresa tra 6 e 12 mesi i valori di assunzione adeguata sono stati fissati a 10 µg al giorno.
La supplementazione di vitamina D3, in aggiunta a quelle di acido folico (specificamente raccomandata a tutte le gestanti) e di omega-3 (preziosi soprattutto per lo sviluppo del sistema nervoso del bambino), può essere utile anche durante la gravidanza, soprattutto in donne che presentano livelli di 25(OH)-D nel sangue non ottimali, poiché è stato osservato che l’esposizione del feto a quantità insufficienti di vitamina D durante lo sviluppo può incidere negativamente sullo sviluppo scheletrico nei primi anni di vita.