“Sono considerate acque minerali naturali le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute”.
Con questa definizione il decreto legislativo numero 105 del 25 gennaio 1992 stabilisce il significato del termine “acqua minerale naturale”.
La caratteristica più importante che distingue l’acqua minerale da quella potabile è la totale assenza di trattamenti di disinfezione.
Ne consegue che, per certi aspetti, un’acqua minerale può essere considerata di qualità migliore anche se, in entrambi i casi, le acque devono risultare batteriologicamente pure. In particolari circostanze può accadere che l’acqua di rubinetto sia addirittura migliore dell’acqua in bottiglia, visti i controlli più rigorosi e frequenti previsti dalla legislatura italiana.
Solitamente all’acqua potabile si aggiunge cloro per impedire lo sviluppo batterico, in seguito al passaggio nelle tubature, nelle quali però potrebbero essere dissolte particelle, come piombo e metalli pesanti.
La qualità dell’acqua è influenzata sia dalle sostanze addizionate disciolte, sia dalla variabilità territoriale.
Il contenuto minerale varia a seconda se si tratta di acqua del rubinetto o in bottiglia ma, in generale, quelle presenti in commercio hanno un residuo fisso inferiore.
La plastica utilizzata per la realizzazione delle bottiglie, d’altro canto, può rilasciare alcune sostanze chimiche cancerogene presenti nei polimeri plastici.
Quindi le indicazioni riportate sulle confezioni di acqua minerale, “tenere al riparo dalla luce solare e dalle fonti di calore”, se rispettate, servono ad impedire alterazioni delle materie plastiche e a scongiurare ogni pericolo di contaminazione.
La lettura delle etichette rappresenta un valido aiuto nella scelta dell’acqua minerale più idonea alle proprie esigenze.
L’etichetta identifica infatti, in modo univoco, tutti gli elementi e le caratteristiche del prodotto acquistato.
IL RESIDUO FISSO
Il dato “residuo fisso a 180°C” dà una stima del loro contenuto in sali minerali.
Più questo valore è elevato e più sali sono disciolti in un litro.
Tale dato si ottiene portando l’acqua ad una temperatura di 180°C; ciò che rimane dopo la completa evaporazione, ossia la parte solida, rappresenta il residuo fisso.
Questo valore si esprime in mg/L e permette di classificare le acque minerali in quattro categorie:
– minimamente mineralizzata (residuo fisso non superiore a 50 mg/ L): è un’acqua leggera al palato, dal sapore delicato. La carenza di sali minerali e in particolar modo di sodio, stimola la diuresi ed è particolarmente indicata per chi soffre di ipertensione e nell’alimentazione dei neonati. È utile per prevenire la calcolosi renale e rappresenta circa il 9% delle acque minerali italiane in commercio.
– oligominerale o leggermente mineralizzata (residuo fisso inferiore a 500 mg/ L): favorisce la diuresi, contiene poco sodio e può quindi essere indicata nei casi di ipertensione. È utile per prevenire la calcolosi renale.
– mediominerale (anche se per legge non è prevista dizione per questa categoria): (residuo fisso compreso tra 500 e 1000 mg/ L): il discreto contenuto in sali minerali la rende utile nell’alimentazione degli sportivi, specie nel periodo estivo in cui occorre reintegrare i liquidi ed i minerali persi con la sudorazione
– ricca di sali minerali: (residuo fisso superiore a 1.000 mg/L): è un’acqua terapeutica, molto ricca di sali. Si acquista in farmacia, ma alcune si trovano anche nei supermercati. Per evitare sintomi da sovradosaggio è bene acquistarla solo sotto consiglio medio. Ha un effetto diuretico inferiore, e può favorire la comparsa di calcoli renali.
I sali minerali sono micronutrienti essenziali per il nostro organismo ma se presenti in eccesso possono causare problemi più o meno gravi.
Essi intervengono nella regolazione di numerosi processi corporei come l‘equilibrio idrosalino e lo sviluppo e la crescita di organi e tessuti.
I principali minerali presenti nel nostro corpo sono: sodio, potassio, magnesio e calcio.
Alcune acque sono particolarmente ricche di minerali. In questi casi, nell’etichetta, può essere specificata una particolare dicitura per sottolineare le sue caratteristiche:
- acqua solfata (il tenore dei solfati è superiore a 200 mg/L): è lievemente lassativa, quindi indicata in caso d’insufficienze digestive, colite spastica e sindrome del colon irritabile. Sconsigliabile durante la crescita e nel periodo postmenopausale, perché possono interferire con l’assorbimento del calcio aumentandone l’escrezione.
- acqua clorurata (il tenore di cloruro è superiore a 200 mg/L): ha azione equilibratrice dell’intestino, delle vie biliari e del fegato. Ha inoltre azione lassativa e purgativa tipica delle acque salse o salso solfate.
- acqua calcica (il tenore di calcio è superiore a 150 mg/L): agisce a livello dello stomaco e del fegato. E’ indicata nella crescita, in gravidanza, in menopausa e nella prevenzione dell’osteoporosi e dell’ipertensione. Le acque minerali calciche sono indicate anche per chi è intollerante al latte e, nonostante i luoghi comuni, non aumentano l’incidenza di calcoli renali.
- acqua magnesiaca (se il tenore di magnesio è superiore a 50 mg/L): svolge prevalentemente un’azione purgativa, ma trova indicazioni anche nella prevenzione dell’arteriosclerosi, poiché favorisce la dilatazione delle arterie. Può essere utile anche nell’alimentazione degli sportivi per prevenire i crampi.
- acqua fluorata o “contenente fluoro” (il tenore di fluoro è superiore a 1 mg/L): utile per rinforzare la struttura dei denti e per la prevenzione della carie dentale. È indicata in fase di crescita o per chi è affetto da osteoporosi, ma l’assunzione non dovrebbe avvenire per periodi prolungati (un eccesso di fluoro può risultare nocivo per la salute dei denti e delle ossa).
- acqua ferruginosa o “contenente ferro” (il tenore di ferro bivalente è superiore a 1 mg/L): indicata nelle anemie da carenza di ferro. Utile anche per vegetariani e per i soggetti con un fabbisogno elevato di ferro: lattanti, adolescenti, sportivi e donne in gravidanza.
- acqua acidula (il tenore di anidride carbonica libera è superiore a 250 mg/L): facilita la digestione. L’anidride carbonica presente nelle acque gassate aumenta l’acidità dell’acqua. Da sottolineare, però, che le nostre diete sono già sufficientemente ricche di sostanze acide e non è normalmente necessaria alcuna integrazione.
- acqua sodica (il tenore di sodio è superiore a 200 mg/L): influenza positivamente l’eccitabilità neuro-muscolare ed è pertanto indicata per gli sportivi, soprattutto durante i mesi estivi quando si perdono notevoli quantità di liquidi con la sudorazione (ricordiamo che un calo eccessivo dei valori di sodio nel sangue ha causato la morte di alcuni sportivi). Le acque minerali sodiche sono controindicate per chi soffre di ipertensione.
- acqua a basso contenuto di sodio (il tenore di sodio è inferiore a 20 mg/L): indicata per le diete povere di sodio e per combattere ipertensione e ritenzione idrica.
- acqua con bicarbonato (il tenore di bicarbonato è superiore a 600 mg/L): è indicata nell’ipersecrezione gastrica (acidità di stomaco) e nelle patologie renali. Il bicarbonato la rende particolarmente utile per chi pratica sport, in quanto questa sostanza è in grado di tamponare l’acido lattico
E’ importante sottolineare che le virtù terapeutiche delle acque minerali sono molto blande e valide solo per particolari categorie.
Queste proprietà non devono in alcun modo indurre il consumatore a pensare di guarire o prevenire alcune patologie, ma può diventare un valido supporto se abbinata ad un’alimentazione corretta e ad abitudini di vita sane.
IL PH
Questo dato, riportato sull’etichetta delle acque minerali con il termine “pH alla temperatura dell’acqua di sorgente”, ci dà una stima della loro acidità.
Il pH è una scala che va da 0 (massima acidità) a 14 (massima basicità); il punto intermedio, 7, definisce la condizione di neutralità ed è dato dall’acqua distillata ad una temperatura di 25°C.
Il pH delle acque minerali naturali è generalmente compreso tra 6,5 e 8,0.
Maggiore è il contenuto in anidride carbonica e solfati e minore sarà il pH (maggiore acidità).
CONDUCIBILITA’ ELETTRICA
Questo dato è riportato sull’etichetta delle acque minerali con il termine “conducibilità elettrica specifica a 20°C”.
Tale valore aumenta all’aumentare delle sostanze minerali disciolte.
Pertanto, maggiore sarà la conducibilità elettrica e maggiore sarà il contenuto minerale.
E’ facile verificare la proporzionalità tra residuo fisso e conducibilità poiché entrambi i dati dipendono dal contenuto minerale.
La maggior parte delle acque minerali commercializzate presenta conducibilità elettrica compresa fra 100 e 700 µS/cm.
DUREZZA
La durezza di un’acqua minerale si esprime in gradi francesi (°F) e ci dà una stima della presenza di calcio e magnesio.
Più questo valore è alto e più l’acqua è considerata calcarea. Essa si forma infatti da sottosuoli calcarei e marnosi.
Non esiste un valore limite per la durezza delle acque minerali.
NITRATI
Il contenuto in nitrati è un parametro molto importante da considerare, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione di neonati e bambini.
I nitrati sono sostanze presenti normalmente in concentrazioni minime e non pericolose.
Tuttavia il massiccio impiego di fertilizzanti in agricoltura, può causare la penetrazione nel terreno di questi ed altri composti azotati, con conseguente inquinamento delle falde acquifere.
Se assunti in eccesso i nitrati possono seriamente ostacolare il trasporto di ossigeno nel sangue, con conseguenze pericolose soprattutto per i neonati.
Per questo motivo nelle acque minerali sono previsti due differenti limiti di dosaggio:
- 45 mg/L nelle ordinarie acque minerali
- 10 mg/L in quelle destinate all’infanzia.
In ogni caso per i bambini si raccomanda di non superare il valore di 25 mg di nitrati per litro.
I nitrati hanno inoltre la possibilità di combinarsi con le proteine formando nitrosamine, sostanze ritenute cancerogene per il nostro organismo.